domenica 6 dicembre 2009

RECENSIONE di Mattia Sirocchi

Un commento arrivato fresco fresco, a opera di Mattia Sirocchi, aspirante scrittore di non banale talento, di cui consiglio la raccolta di racconti La carrozza (0111edizioni)

Silva Ganzitti – Racconti dal Sottobosco

Cosa fa di un racconto un buon racconto? A questa domanda apparentemente banale sembra rispondere alla perfezione Racconti dal Sottobosco di Silva Ganzitti (Tabula fati Edizioni - pag. 110) dove, in un libro agile, tre storie legate tra loro da un continuum narrativo che potrebbe sembrare esile ma che in realtà riporta i giusti equilibri narrativi, i nostri occhi si riempiono dei colori e delle meraviglie di un micro-mondo in cui gli insetti vivono, amano e temono proprio come noi esseri umani.
E così, quasi senza accorgercene, ci troviamo a volare insieme alla bella farfalla Beatrice innamorata di Orazio la formica, patiamo per la sorte di Sofia Coccinella e ci sentiamo impauriti e in soggezione davanti all’aculeo del perfido mago Scorpione (forse il personaggio più riuscito e che deve molto, a mio modo di vedere, ai classici canoni fantasy, primi tra tutti Saruman di Tolkienana memoria ). Ma molti, se non tutti gli attori di questo “balletto ronzante”, sono ben costruiti e accattivanti.
Nessuno di noi, tranne forse i bambini a cui il libro è rivolto, potrebbe mai credere all’amore sbocciato su di un davanzale tra una farfalla e una formica o al furto delle macchie di una coccinella eppure Silva è in grado di creare con la sua dolcezza espressiva e con la sua prosa asciutta ma mai banale quella “Sospensione della Realtà” che è l’ingrediente essenziale per ogni scrittore, quel patto non scritto che lega indissolubilmente un lettore alla storia che sta leggendo e Silva ci porta in punta di piedi tra il muschio odoroso e la terra umida del sottobosco rendendoci non spettatori passivi ma partecipi delle avventure del piccolo popolo.
È proprio questo che fa di un racconto un buon racconto, l’instaurarsi di un legame forte tra la mente del lettore e le pagine di un’avventura che vorremmo non finisse, che ci risolleva e ci fa stare bene facendoci tornare per un attimo bambini quando nella terra bagnata dopo un temporale ci perdevamo ore a osservare quell’ipnotico brulicare di vita.
L’unica cosa che forse andrebbe rimproverata all’Autrice (se di rimprovero si può parlare) è il linguaggio un po’ troppo ricercato per un pubblico di giovanissimi ma senza dubbio la letteratura, anche quella per l’infanzia, non deve essere facile tutt’altro, deve essere stimolante.

Assolutamente da sottolineare infine il valore aggiunto di questa opera, i disegni poeticamente meravigliosi di Carolina Savonitto di 8 anni, sicura futura artista.

Mattia Sirocchi

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