mercoledì 16 dicembre 2009

raccontino numero cinque. terza puntata

Prima di rientrare in casa con il suo carico, la graziosa coccinella aveva scorto una lunga striscia rossa.
“Che cosa sarà mai?” si era chiesta con una certa perplessità.
La curiosità l’aveva spinta verso la radura, ma quando si era avvicinata all’oggetto misterioso aveva sentito una puzza tremenda.
“Che odoraccio! Questa cosa rossa è decisamente maleodorante!”
(Come avrete capito, l’elfo Mariolino, si era fatto scappare uno dei calzettoni di Rudolph mentre attraversavano il vuoto d’aria!)
Sofia, come si può ben immaginare, non era pratica di renne, che non aveva mai visto, né di calzettoni, figurarsi di quella misura!, ma dentro di sé sapeva che quel coso rosso le sarebbe sicuramente servito a qualcosa.
Palpeggiò il materiale, ben attenta a mantenere il naso turato, ne saggiò la consistenza, l’elasticità, il comfort.
“Ci sono! Può sicuramente diventare un nido, uno di quelli speciali.”
Aveva in mente, la bella coccinella, un luogo d’incontro per tutti gli amici del Sottobosco, dove ridere e scherzare mangiando e bevendo in compagnia nelle grandi occasioni.
Con uno sforzo che credeva non le sarebbe riuscito, e sbuffando per la fatica, aveva issato un’estremità della calza al ramo di un albero, facendo in modo che la parte pendente potesse fungere da apertura.
“Ne parlerò con Lucilla”, si era detta, e stanca era rientrata in casa, aspettando il momento giusto per chiamare l’amica lucciola e i suoi bambini in aiuto.
La sera era scesa in un battibaleno, senza che nessuno si facesse vedere da quelle parti. Non era stata in grado di contattare nessuno: la nevicata aveva probabilmente compromesso tutte le linee di comunicazione.
Triste e sola, Sofia si era rassegnata a rimettersi a letto, non prima di aver dato un ultimo, tenero sguardo al lungo budello rosso che pendeva dal ramo…
Anche la notte passò, e la mattina di Natale le aveva riportato il sorriso. Avrebbe fatto un bel bagno e poi, via di corsa a fare gli auguri ai suoi amici, come di consueto, portando con sé una bella teglia di pasticcio di foglie come contributo al pranzo conviviale.
Pensò nuovamente alla necessità di un luogo in cui potersi tutti riunire nelle grandi occasioni: con i piccoli nati da Lucilla e Scipione lo spazio in casa di Giò si stava lentamente riducendo…

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