martedì 5 ottobre 2010

Catena di lettura

Faccio parte da anni del nutrito esercito di abobii, dove frequento parecchi forum.
Uno su tutti, il cui spirito è lieve come le ali di una farfalla, mi ha fornito il modo di poter diffondere il mio libro, Racconti dal Sottobosco attraverso la prenotazione di una copia in una discussione che io stessa ho avviato.
Il device viene chiamato catena di lettura.
Si tratta del gruppo dal nome Il giardino segreto, che si occupa di letteratura per l'infanzia e di creatività.
Dedico questo post a chi vorrà inserire un breve commento al testo e ringrazio anticipatamente questa piccola fetta del grande pubblico di anobii.
Spero che per voi tutti sia stata una buona lettura.

martedì 29 giugno 2010

Ronchi dei Legionari, 23 giugno 2010

La piazzetta al nostro arrivo è semivuota. Le sedie disposte a semicerchio intorno all’assito di legno sono un indizio dell’evento. C‘è tutto il tempo di preparare il nostro bel prato e di confezionare minuscole coccinelle di carta rossa. Carolina, Simone ed Elisa sono aiutanti provetti, che dipingono in fretta e con molta grazia le sette macchioline nere sulle alucce degli insetti.
Li distribuiranno a ogni bambino presente a spettacolo iniziato.
Fa caldo, e Anna Maria, la libraia che ci segue ad ogni uscita, si è persa per strada.
In autostrada i cartelli con le indicazioni sono stati modificati. Arriva di lì a poco, con tutto l’anticipo necessario, e sistema il suo bel banchetto con i libri della collana, le copertine colorate che sembrano tante caramelle.
Lo spiazzo si anima, e i bambini cominciano a radunarsi intorno.
Ce ne sono davvero tanti, curiosi e attenti di quel che stiamo facendo. Non si può aspettare oltre, sperando che la loro pazienza si dilati all’inverosimile.
Cominciamo.
Ormai siamo attori consumati, e sappiamo quello che il nostro piccolo pubblico si aspetta da noi.
Vuole capire che voce ha Sofia Coccinella, quale viso si nasconde dietro alla mascherina nera.
Ah, non restano delusi! In particolare non resta delusa Ada, i ricci sparati in aria e un musetto tenerissimo, che non riesce a trattenersi e sale sul piccolo palco a ‘tastarci’. L’occhiata da vicino le mette il cuore in pace, e dà l’idea che le piacciamo.
Viola è seduta in prima fila, accanto alle sue amichette. Ridono dei buffi copricapi che permettono agli insetti del Sottobosco di uscire allo scoperto. Paradossale? No, è effettivamente così.
Sofia, Lucilla, Scipione, Poisonio, Gustavo e Ermete, sei personaggi scelti fra tutti quelli che abitano la mia radura, vivono grazie alle cuffie di velluto e di pelo che gli attori indossano, ed escono allo scoperto attraverso le loro voci, che simulano gli episodi di cui sono protagonisti.
Gli occhi sgranati, i bambini paiono gradire l’immersione nella fantasia al suono lieve della chitarra classica di Daniele, che fa da sottofondo all’introduzione, e del contrabbasso imponente che caratterizza le ambientazioni delle varie letture.
Alla fine, ancora Ada sale sul palco e chiede, con la proprietà linguistica dei suoi tre anni e mezzo, che cosa sono gli insetti. Alla mia spiegazione, mi racconta della sua predilezione per il miele, prodotto dalle api, che zucchera la sua tisana…
Nevio Polli promette gelato per tutti e in capo a pochi minuti distribuisce stecchi e ghiaccioli.
E’ festa.
Il bilancio è positivo. Abbiamo intrattenuto un altro piccolo pubblico, e la favola è piaciuta, tuttavia le copie vendute sono solo cinque.
Anna Maria non ha protestato per la trasferta, ma si è rattristata dell’atteggiamento di alcune madri, che hanno snobbato il banchetto dei libri trascinando i figli verso l’uscita…Si è consolata solo pensando all’effetto della crisi sugli acquisti definiti non prioritari.
A chi si lamenta per la mancanza di illustrazioni a colori, posso solo dire che è l’unico modo per contenere i prezzi di copertina.
Se vogliamo più libri in casa, più storie da raccontare ai nostri bambini, o da far loro leggere, i testi devono essere abbordabili.
La biblioteca è comunque un’ottima alternativa, se persone qualificate e disponibili sollecitano e predispongono i piccoli lettori ad un’attività che non ha pari.

domenica 20 giugno 2010

appuntamenti

Nuovo incontro con la lettura animata di piccoli brani da Racconti dal Sottobosco alla biblioteca di Ronchi dei Legionari (GO), a cura del CCM, mercoledì 23 giugno ore 18.30.
Saranno presenti Daniele e il contrabbasso, Francesca- Lucilla, Katia-Sofia, Gabriella-Gustavo, Carla-Scipione, Mauro-Poisonio e Elena-Ermete.
Il resoconto della serata nella prossima puntata.

martedì 13 aprile 2010

L'ARGONAUTA: Intervista a Silva Ganzitti

11/04/2010 - L'ARGONAUTA.
In viaggio fra libri e cultura. Puntata n. 312.
http://www.radio.rai.it/radio1/argonauta/view.cfm?Q_EV_ID=313597

1 - Focus di Antonella Ambrosioni: Vita, morte e metamorfosi della favola: si analizzano le favole di un tempo, si riscrivono fiabe adatte ai tempi attuali. Sentiamo Silvia Ganzitti curatrice della collana "Fiabetica" e Giuseppe Sermonti autore di "Alchimia della fiaba".
2 - Lo Scaffale delle Muse (libri e musica) di Massimo Giaquinto:Finalmente una esaustiva storia del "Teatro d'opera italiano" scritta da Lorenzo Arruga.
3 - Non solo libri di Riccardo Paradisi:"Libertaria" e' la corrente portavoce del pensiero anarchico contemporaneo.
4 - L'Enigma di Alfonso Piscitelli:Le vite parallele nel cinema: ovvero la vita e' sogno o la vita e' mimo?
5 - In cauda venenum:L'esperto di gialli Luce Crovi cita un aforisma in cui e' tutto Giorgio Scerbanenco.


Ascolta la puntata: http://www.radio.rai.it/radio1/argonauta/archivio_2010/audio/argonauta2010_04_11.ram

martedì 30 marzo 2010

Sorprese di primavera

Il boato si levò d’improvviso e sembrò squassare la radura.
Sofia Coccinella, che stava volando da un filo d’erba all’altro, fu sbalzata all’indietro e finì distesa, zampe all’aria.
“ Che sarà mai stato?”, si chiese mentre cercava di levarsi dalle orecchie una gocciolina di rugiada che le aveva assordato l’orecchio.
Toc toc toc. Tre colpetti ben assestati e l’acqua uscì. Sofia si rimise in piedi e decollò nuovamente, alla volta di un altro stelo verde e freschissimo.
Di nuovo l’onda d’urto la colpì mentre era in volo, ma stavolta non fu così fortunata.
Passeggiava, infatti, sul prato, un giovane esemplare di riccio, il nasino incollato sul terreno mentre si muoveva in cerca di cibo.
Il pericoloso atterraggio la portò a tanto così dalla cima appuntita di uno dei suoi aculei, su cui fortunatamente fu in grado di risalire per ripartire rapida.
“Che spavento! Anzi, paura doppia! Devo scoprire cosa diavolo è quel rumore e che cosa lo produce.”
Con circospezione aggirò un paio di cespugli, senza tuttavia trovare nulla.
Perlustrare la radura del Sottobosco, si sa, è cosa ardua per una coccinella. Le ali di Sofia erano in verità molto piccole e ci voleva molta energia per attraversare il prato sul quale si trovava.
Ad un tratto, pensandoci, le parve un’impresa al di sopra delle sue forze.
“Mi devo arrendere così?”, disse fra sé e sé al rimbombo del terzo boato, stanca di avere sempre timore di non farcela, di essere troppo piccola, troppo debole, troppo delicata, troppo troppo, insomma.
Quando fu meno indispettita della sua situazione di piccola coccinella, cercò di mettere insieme qualche indizio su quel rumore enorme e sconosciuto.
“ Ha un suo ritmo”, pensò, “ e si ripete tale e quale a tempo”.
Cosa poteva essere, dunque, un rumore molto sonoro, che si ripeteva uguale a sé stesso, e a tempo?
“Il verso di un grosso animale, forse”
Ma per quale motivo un grosso animale del Sottobosco avrebbe dovuto emettere un verso a tempo?
Forse si trattava di un richiamo diretto a qualcuno!
“Il grosso animale ha perduto il suo cucciolo”, azzardò.
La curiosità cominciò lentamente a prendere il posto della paura.
Dimenticando tutte le sue perplessità di poco prima, Sofia decise che avrebbe cercato dietro ad ogni fuscello, cespuglio o albero nel raggio di parecchi metri, anche se le ci fosse voluta la giornata intera.
In fondo, a primavera cos’altro c’era da fare nel Sottobosco, se non godersi l’aria tiepida e gonfia di odori nuovi? Quella era l’occasione che cercava per ripassare la geografia del suo ambiente senza annoiarsi.
Pronta. Via!
Mentre le sue alucce diafane viravano a destra e a sinistra, portandosi ora basse, ora salendo più in alto possibile, gli occhietti vispi della coccinella si posavano attenti su ogni particolare bizzarro del bosco di primavera.
Tempo pochi minuti, e di nuovo l’onda sonora del boato inquietante scosse i rami degli alberi, i cui teneri germogli sobbalzarono paurosamente.
Sofia riuscì stavolta a percepirne la direzione.
“Per di là!”, si impose, cercando di mantenersi calma.

Dietro al grosso tronco di un pino maestoso ce n’era uno cavo, caduto chissà quanto tempo prima. Sofia l’aveva sempre visto, quel legno che marciva un po’ di più ogni anno, esposto alle intemperie e impotente davanti all’inclemenza delle stagioni.
Stanca, vi si appoggiò per prender fiato, quando uno scossone violento e repentino la fece rotolare giù, giù. Sofia si aggrappò ai resti di un ramo e si rimise in piedi, per poi volare via non appena le fu possibile dimenticare il fragore del solito, inquietante, rumore.
“Adesso ne ho proprio abbastanza”. Con un cipiglio furioso, la paura ormai solo un ricordo, Sofia si rimise energicamente alla ricerca di indizi.
Scoprì così che dentro il tronco vuoto si erano rannicchiati tre giovani conigli tremanti, le orecchie basse a coprire gli occhietti.
“E voi, che ci fate qui dentro?”, chiese loro.
“No-no-no-non l’hai sentito quel brutto rumore?”, rispose uno dei tre, probabilmente il più coraggioso.
“E’ per quello che sono qui. Voglio scoprire cos’è!”
“Vuoi scoprire cos’è?” Gli occhi del coniglietto si erano fatti enormi per la sorpresa.
“Non posso temere quel che non conosco, ti pare?”
“Già”, rispose sconsolato il cucciolo”Ma ci vuole un bel coraggio a far questo da sola!”
“E perché non mi aiutate voi? Ci metteremmo senz’altro di meno”, propose Sofia.
I tre si guardarono, all’inizio perplessi e dubbiosi, poi sempre più fiduciosi. Sofia aveva ragione: era importante sapere di cosa si trattava per poi decidere di stargli alla larga!
Eletta subito a capo della spedizione, Sofia diresse gli spostamenti dei tre piccoli conigli, che percorsero a ballonzoli il Sottobosco. Nel corso dell’operazione il rumore tornò molte volte, con le stesse immutate caratteristiche.
Appena fuori dalla radura si ergeva una collina rocciosa.
Per Sofia era una novità: non si era mai spinta così lontano. Si diceva che il suo interno fosse la tana di grossi mammiferi, forse una o due famiglie d’orsi, ma in realtà nessuno lo sapeva con certezza.
Il tiepido coraggio dei coniglietti si raffreddò del tutto nei pressi dell’apertura del cunicolo, un buco enorme e scurissimo.
Sofia li seguiva a distanza, ma si era resa perfettamente conto della loro incertezza. I salti si erano fatti più corti, più radi. Le lunghe orecchie erano tese, e i piccoli continuavano a guardarsi intorno e alle spalle, come temendo un improvviso agguato.
D’un tratto, di nuovo il boato, forte e spaventoso, e i tre finirono col rotolare giù, verso di lei, che era riuscita a planare sulla corolla di una margherita.
“Vi-vi-viene da là!”, uno dei conigli mostrò l’ingresso della tana.
“Siamo qui per risolvere il mistero! Non l’avevamo forse deciso insieme?”fece Sofia di rimando.
I musetti dei tre le fecero subito capire che il coraggio li aveva momentaneamente abbandonati.
“Ho capito! Tocca a me”, e senza indugio raccolse tutto il suo brio e si diresse verso la collina.
In fondo, chi si sarebbe potuto accorgere di lei? Era così minuscola! E silenziosa, anche.
Il cunicolo, dopo l’apertura si faceva subito stretto e angusto.
L’onda d’urto la sorprese di nuovo, e carambolò per terra, giù in fondo, finendo come risucchiata all’interno. Sentì di essere finita addosso a qualcosa di soffice, che nel buio non riusciva a identificare.
“Insomma, che modi!”
La voce non le era sconosciuta: Melchiorre!
“E tu, cosa ci fai qui?”
Hic! Il rumore, meno forte, la proiettò comunque all’indietro.
Spaventatissima, Sofia si trovò nuovamente addosso a qualcosa di soffice, che non era Melchiorre, i cui occhi tondi la stavano fissando.
“Ma non eri solo?”
“No. Siamo quattro: io, Arturo, Violetta e Elli”
Nel buio del cunicolo Sofia riuscì a distinguere tutte quelle paia di occhi, tondi e sorpresi quanto lei.
“E che ci fate qui?”
“Arturo ha il singhiozzo e non riesce a smettere. Abbiamo pensato di spaventarlo portandolo qui dentro…ma il singhiozzo continua e, anzi, è diventato perfino più potente!”
Ecco cos’era! Il rumore del singhiozzo di Arturo che veniva amplificato dal cunicolo della tana!
Beata gioventù!
“E non avete provato con un po’ d’acqua?”
“Acqua?”, fecero i tre in coro.
“Si, un semplice bicchiere d’acqua bevuto tutto d’un sorso. E’ così che si fa”
Furono i tre coniglietti a procurare l’acqua, mentre Arturo continuava la sua serie infinita di Hic Hic.
Spossata ma soddisfatta, Sofia li guidò verso casa, dove Lucilla li aspettava preoccupata.
“Si sono allontanati senza avvertire”, raccontò all’amica, “ma d’altra parte come possono resistere alle continue sorprese che questo posto riserva loro a primavera?”
Non si arrabbiò, né li sgridò, ma spiegò loro, con affettuosa semplicità, che il mondo è vasto e pieno di pericoli che vanno affrontati con intelligenza.
“Un ragnetto assennato è quello che sa discernere”, concluse.
Era un’altra buona lezione di vita nella verde radura del Sottobosco.

lunedì 15 marzo 2010

Voglia di arcobaleno

Un tiepido raggio di sole asciuga l'erba bagnata, e già l'esercito attivo e ronzante è pronto!
Zzzzz!
Piccoli insetti verificano la messa a punto di ali diafane, spesso minutissime eppure forti a sufficienza per sollevarli in aria e depositarli laddove devono e vogliono.
'La corolla di un fiore nuovo è un luogo paradisiaco, inebriante e speciale, non dimenticatelo!'
Ape Mirka sta tenendo la prima lezione di Sottobosco alle piccole alunne.
Musetti attenti e immobili, quelle non si perdono neppure una parola: hanno ben chiara la prelibatezza del nettare, anzi ne hanno un ricordo perfettamente impresso in quelle testine soffici e delicate, dove le righe gialle e nere si alternano lievi ma sicure.
Ma sono così piccine! E anche se la primavera è alle porte e il tempo stringe per la loro preparazione, Ape Mirka, che sa bene come ci si sente a quell'età, non può trattenerle nell'aula troppo a lungo.
'Ancora un capitolo e poi, promesso, usciremo a far pratica all'aperto!'
Non sono strilli, ma urla di gioia assoluta quelli che anticipano l'ultima fatica.
Tempo pochi minuti, e la maestra vola fuori inseguita da un allegro carosello vociante.
Fa ancora freddo, nonostante l'inganno di quel raggio di sole, e dovranno spicciarsi a rientrare, pena quei dolorosi strappi alle ali per effetto dello sbalzo di temperatura. Per non parlare dell'intontimento, che può far precipitare gli insettucci a terra, con conseguenze anche fatali.
'Lezione di parapendio!'Annuncia quando tutte sono fuori.
Raccolta una larga foglia dal prato, infila le appendici delle sue zampette anteriori nelle due piccole aperture che ha praticato.
Si porta poi in cima ad un grosso sasso e dopo un 'Yahoo!' eccitato si lancia.
Portata dalla brezza dolce del primo pomeriggio plana dolcemente in mezzo alla radura.
Raccolte ognuna le proprie foglie, le piccole api sfilano veloci, cercando il loro trampolino.
Un esercito ronzante e ciarliero fende l'aria bassa, fra risate e piccoli tonfi.
Ma il vento si fa malandrino: la brezza si fa soffio un po' troppo vivace.
Ape Mirka raduna la sua classe: 'Via, via, in fretta prima che scendano le prime gocce!'
Il cielo di marzo, impertinente e dispettoso, non si cura del divertimento, e un capriccio dietro l'altro non permette di riporre cappotti e ombrelli...