sabato 19 dicembre 2009

Raccontino numero cinque. Quinta e ultima puntata

Era Natale, un giorno radioso anche se i raggi del sole non potevano sciogliere la neve, nè soppiantare il freddo.
Voci minute ma argentine parlottavano, ridevano di cuore, mentre rumori di stoviglie e posate facevano da sottofondo alla radura del Sottobosco.
Sofia sporse la testa dalla finestrella del suo bagno, ancora assonnata, e la scena che le si spalancò davanti non era esattamente quello che si sarebbe aspettata.
Il popolo del Sottobosco si era assembrato all’entrata del suo budello rosso, dove Linda formica si stava dando da fare gridando ordini con ferma gentilezza alla folla che aspettava, mentre un profumo invitante si spandeva nell’aria pura del mattino perfetto.
Sofia corse fuori facendo i gradini a due a due, ed entrò in quello che nei suoi desideri avrebbe dovuto essere il Centro Sociale del suo villaggio.
Che meraviglia!
Si stropicciò gli occhi credendo di essere ancora in mezzo ad un bel sogno:
Lucilla era ai fornelli di una cucina maestosa, con lavello e scolapiatti, mentre Scipione e i bambini imbandivano una lunga tavola e avvicinavano le sedie.
Giò aveva messo dei cuscini sulle poltrone e sistemato i bellissimi divani gialli, mentre una piccola tv trasmetteva canzoni di Natale che tutti i presenti canticchiavano con allegria.
Il sogno di Sofia, il suo dono di Natale per i piccoli abitanti del Sottobosco si era avverato. Lacrime di felicità si mischiarono ai sorrisi che scambiava con gli amici, ai baci e agli abbracci beneauguranti.
Ma mentre la vera felicità ingrassava il buon vecchio vestito di rosso, lassù al Polo sua moglie sgridava aspramente l’elfo Mariolino: aveva disatteso la sua fiducia e spaiato uno dei completi di calzettoni natalizi delle sue renne.
Tuttavia, tutto quel vociare non gli rovinò il buonumore: chi non avrebbe scambiato un solo, puzzolente calzettone rosso con la serena allegria di un'intera comunità?
Si sedette alla scrivania e aggiornò i suoi libri contabili.
In cima alla lista dei più buoni aggiunse il nome di Sofia Coccinella con la penna d'oro, mentre tratteggiava vicino una lunga calza rossa.
Sorrise pensando al regalo che la aspettva il Natale venturo.
Poi chiuse il grosso libro e spense il lume.
Natalina non si era ancora calmata: era tutta colpa della stanchezza!
Si tolse il pesante completo rosso e infilò pigiama e papalina.
L'avrebbe aspettata a letto.

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