martedì 16 febbraio 2010

Promessa di primavera

Linda era uscita in tutta fretta, scordandosi le manopole rosse proprio sul tavolo.
Accidenti se faceva freddo!
Accidenti se era in ritardo!
Non poteva rientrare, avrebbe cercato di infilare tutte e quattro le mani in tasca mentre si affrettava affannosamente verso la Caserma del Sottobosco.
La sua bella uniforme rossa con le mostrine dorate non passava certo inosservata mentre correva in mezzo alla coltre bianca di neve.
Due occhi attenti la scrutavano da dietro un cespuglio, e il proprietario di quello sguardo si manteneva immobile come una statua, cercando perfino di trattenere il respiro per non farsi scoprire.
Il personaggio sorrise quando si accorse che Linda non si era accorta di lui, tutta presa dalla necessità di arrivare in ufficio ad un'ora decente.
Decente per lei, naturalmente, che era sempre la prima, la più sgobbona e l'ultima ad andarsene.
Nemmeno la promozione aveva cambiato le cose, e d'altra parte Linda Formica era fatta così: era una linda formica tutta d'un pezzo!
Una volta in Caserma, si tolse il cappotto e iniziò subito a riscaldare l'ambiente. Raccolse i rametti dalla capace cesta e li infilò nella stufa, e attese che il fuoco crepitasse prima di agiungere dei bei ciocchi robusti.
Oh, ce l'aveva fatta! Tutto pronto molto prima che il Comandante Ercole Scarafaggio fosse entrato.
Sì, avrebbe potuto puntare la sveglia qualche minuto più tardi la mattina, un minimo ritardo ci poteva ancora stare.
Seduta alla scivania pensò che si stava rammollendo, e si chiese come mai, forse che la primavera stesse arrivando di soppiatto?
Là fuori il personaggio si aggirava nella neve candida, mimetizzato dal lungo paletot bianco che indossava.
Lesto ma elegante camminava verso la Caserma, ma ad ogni svolta controllava che nessuno potesse intercettare la sua presenza.
Nonostante la neve e il freddo, l'aria aveva un odore diverso, e questo l'aveva percepito anche Linda.
La primavera non era lontana, e quel tremori speciali che si portava appresso, insieme alla voglia di stare nel letto più a lungo la mattina, stavano già cominciando a fare la loro comparsa, anche se solo ad intermittenza.
La figura vestita di bianco raggiunse l'edificio e si posizionò sul retro; poi infilò le mani in tasca e attese.
Il rumore di un ramo calpestato fece letteralmente volare Linda dalla sua sedia. Infilato il paletot si precipitò fuori gridando "Chi va là?"
Nessuna risposta, ma solo l'eco del Sottobosco: "là à à à à?"
Spazientita Linda fece il giro completo dello stabile, finendo dritta addosso al nostro personaggio vestito di bianco, e mimetizzato alla perfezione in quell'ambiente.
"Che modi! Linda!"
"Giustino! Che ci fai tu qui?"
"Mi mancavi"
"Ciance"
"Vedi, ti mancavo anch'io. E non è nemmeno primavera"
"Sei il solito sbruffone"
"Fa freddo"
"Sei uscita senza guanti"
Giustino le prese le quattro mani fra le sue, e provò a scaldargliele.
Poi, con garbo, trasse un piccolo pacchetto dalla lunga giacca.
"Buon San Valentino, Linda"
Rientrando quella sera dal lavoro, Linda Formica non sentiva freddo.
Giustino era tornato per lei: la lunga sciarpa rossa e i caldissimi guanti che indossava erano la sua splendida promessa di primavera.

1 commento:

  1. Come Linda anche io mi affretto ad andare al lavoro (sono le 7.15 del mattino), ma con una così bella novella a colazione sarà tutto più facile.
    Buona giornata!

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