giovedì 21 gennaio 2010

RECENSIONE di Renzo Montagnoli

La narrativa per l’infanzia riserva a volte delle vere e proprie sorprese, lavori adatti indubbiamente a dei bimbi, ma che riescono a soddisfare culturalmente anche gli adulti. Sono casi non frequenti in verità, ma Racconti dal sottobosco è uno di questi.
Il pretesto per la narrazione di alcuni racconti è prettamente naturalistico: una passeggiata lungo un itinerario del Friuli precollinare, chiamato Ippovia del Cormôr, che segue il corso di un torrente in un paesaggio dolce e atto a suscitare fantasie. L’osservazione dell’ambiente, fatta in modo non superficiale, fa scoprire anche un microcosmo costituito dagli animaletti del sottobosco, esseri tutti con uguale dignità di vivere, in un contesto di raro equilibrio in cui è assente ancora l’intervento destabilizzatore dell’uomo.
Nascono così le storie in cui si immaginano questi piccoli esseri simili agli umani, pur con le loro peculiari caratteristiche, e sono racconti che mirano da un lato ad avvicinare i bimbi al meraviglioso mondo della natura e dall’altro a fornire indirizzi comportamentali in cui prevale quella solidarietà che nel mondo attuale diventa sempre più rara.
Diviso in tre parti, corrispondenti ad altrettante prose, il libro è costituito soprattutto dalla prima, di una sessantina di pagine, in cui la rappresentazione di questo microcosmo cela metaforicamente quella del nostro mondo, con esseri buoni e altri malvagi, come il mago scorpione Poisonio, che per il potere uccide, ma che poi farà una brutta fine. Nulla di diverso, quindi, dagli stilemi favolistici, in cui a prevalere, come dovrebbe essere, è sempre il bene, ma la capacità dell’autrice di destare simpatia per i protagonisti con piccoli tocchi, quasi sfumati, è indubbiamente di tutto rispetto.
A ciò aggiungo che è un’opera scritta bene, in un italiano ricercato e più che corretto, circostanza non frequente al giorno d’oggi, in cui l’uso della nostra lingua è spesso caratterizzato da un lessico ridotto, non di rado anche sgrammaticato.
Racconti dal sottobosco, per i temi trattati e il modo di esporli, è in grado quindi di soddisfare anche gli adulti, caratteristica che determina però un limite nella fruibilità da parte dei minori, perché secondo me è adatto a un’infanzia già in parte scolarizzata, cioè bimbi di 9-10 anni.
Ciò non toglie che, se letto dai genitori, può risultare comprensibile anche ai più piccoli, che finiranno col porre quelle inevitabili domande che sono proprie della curiosità della loro età.
Racconti dal sottobosco è quindi un testo più che raccomandabile.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=6375

domenica 10 gennaio 2010

aggiornamenti sui nostri piccoli amici

Per non dimenticarci dei nostri piccoli amici nel corso di quest’inverno rigido e troooppo lungo, dopo aver lasciato Sofia Coccinella e Lucciola Lucilla che aspettano trepidanti l’arrivo della primavera nel Sottobosco, ecco oggi poche righe per ricordare Swan il cigno, protagonista della terza fiaba della raccolta Racconti dal Sottobosco.

Swan in questi giorni non fa che pensare alla radura del Sottobosco, nonostante il luogo dove sta svernando sia altrettanto piacevole e accogliente. Eppure…
Eppure, sebbene ci siano al mondo luoghi fantastici, dove gli incontri segnano il cuore e l’anima, Swan sa che solo uno merita di essere chiamato Casa.
Casa è il luogo dove vuoi sempre tornare, e sai di poterlo fare.
Casa è l’insieme di piccoli ricordi, di volti conosciuti, di odori che non riesci a trovare da nessun’altra parte.
Mentre il sole lentamente si affaccia fra le fronde di alberi verdi, in un paradiso tropicale che colpisce per bellezza e abbondanza, il cigno muove il collo delicato alla ricerca di un segnale che dica che non manca ancora molto.
Pensa spesso a Vanessa, al suo sciame colorato e birichino, mentre la memoria dell’odore acre dell’acqua del suo stagno sembra perdersi in quell’aria che respira, troppo perfetta per i suoi gusti, e un tantino troppo umida.
‘Un nuovo giorno da trascorrere qui, ma un giorno di meno per tornare’
Rincuorata da questo pensiero, intona il suo dolce canto.

martedì 5 gennaio 2010

anticipo di primavera

Lentamente gli insetti mettono le loro testoline nere fuori dagli usci.
Fa ancora troppo freddo per pensare ad una nuova avventura, ma l'aria ha già cambiato l'odore.
Spruzzi di neve non ce ne sono più: lastre di ghiaccio scivoloso occhieggiano quà e là, soprattutto negli anfratti dove il sole pallido dell'inverno non arriva mai...
Lucilla spinge dentro i suoi piccini e raccomanda loro di mettersi al calduccio vicino al fuoco. "Fate attenzione, però. Vi potreste scottare. Chiedete al cugino Giò di mettere un altro po' di legna sul fuoco e di sistemare la griglia davanti al camino"
In fila indiana fanno dietrofront e illuminano il corridoio con la luce intermittente dei loro pancini rotondi.
Sofia, alla finestra, perlustra la radura in cerca di volti conosciuti.
Nessuno.
E' ancora presto perchè il Sottobosco si riempia dei rumori noti: brusii indistinti solo per le orecchie dei forestieri, foglie che sembrano volare involontariamente e invece vengono spostate per finire come tappeti all'interno delle tane che si riempiono in fretta di nuovi inquilini.Ancora qualche settimana e saranno tutti di nuovo qui.
Con un sorriso e un sospiro, Sofia e Lucilla, ai lati opposti della radura, chiudono le imposte e se ne tornano dentro.
Non ci vorrà ancora molto...