giovedì 24 dicembre 2009

Tanti auguri

Ci siamo. La deadline è stata fissata per le quattro di questo pomeriggio, ma a quanto pare i visitatori si sono persi nella neve e nella pioggia che è seguita.
Non abbiamo avuto che pochi commenti, e nessuno a sostegno di uno o l'altro dei racconti. Spero che i visitatori li vorranno sottoporre al giudizio cerosino dei più piccoli, magari il giorno di Natale, davanti al camino scoppiettante.
Ho sempre pensato al Natale così, nel relax dell'atmosfera scanzonata della festa da trascorrere con gli affetti più cari.
Anche Sofia Coccinella, Lucciola Lucilla, Linda Formica, Giò e Scipione e tutti i loro piccoli amici del Sottobosco saranno insieme domani, nella nuova stanza creata ad hoc con il calzettone rosso di Rudolph volato giù dalla slitta.
Da loro e da me, un caldo augurio di serenità.
Silva

sabato 19 dicembre 2009

Raccontino numero cinque. Quinta e ultima puntata

Era Natale, un giorno radioso anche se i raggi del sole non potevano sciogliere la neve, nè soppiantare il freddo.
Voci minute ma argentine parlottavano, ridevano di cuore, mentre rumori di stoviglie e posate facevano da sottofondo alla radura del Sottobosco.
Sofia sporse la testa dalla finestrella del suo bagno, ancora assonnata, e la scena che le si spalancò davanti non era esattamente quello che si sarebbe aspettata.
Il popolo del Sottobosco si era assembrato all’entrata del suo budello rosso, dove Linda formica si stava dando da fare gridando ordini con ferma gentilezza alla folla che aspettava, mentre un profumo invitante si spandeva nell’aria pura del mattino perfetto.
Sofia corse fuori facendo i gradini a due a due, ed entrò in quello che nei suoi desideri avrebbe dovuto essere il Centro Sociale del suo villaggio.
Che meraviglia!
Si stropicciò gli occhi credendo di essere ancora in mezzo ad un bel sogno:
Lucilla era ai fornelli di una cucina maestosa, con lavello e scolapiatti, mentre Scipione e i bambini imbandivano una lunga tavola e avvicinavano le sedie.
Giò aveva messo dei cuscini sulle poltrone e sistemato i bellissimi divani gialli, mentre una piccola tv trasmetteva canzoni di Natale che tutti i presenti canticchiavano con allegria.
Il sogno di Sofia, il suo dono di Natale per i piccoli abitanti del Sottobosco si era avverato. Lacrime di felicità si mischiarono ai sorrisi che scambiava con gli amici, ai baci e agli abbracci beneauguranti.
Ma mentre la vera felicità ingrassava il buon vecchio vestito di rosso, lassù al Polo sua moglie sgridava aspramente l’elfo Mariolino: aveva disatteso la sua fiducia e spaiato uno dei completi di calzettoni natalizi delle sue renne.
Tuttavia, tutto quel vociare non gli rovinò il buonumore: chi non avrebbe scambiato un solo, puzzolente calzettone rosso con la serena allegria di un'intera comunità?
Si sedette alla scrivania e aggiornò i suoi libri contabili.
In cima alla lista dei più buoni aggiunse il nome di Sofia Coccinella con la penna d'oro, mentre tratteggiava vicino una lunga calza rossa.
Sorrise pensando al regalo che la aspettva il Natale venturo.
Poi chiuse il grosso libro e spense il lume.
Natalina non si era ancora calmata: era tutta colpa della stanchezza!
Si tolse il pesante completo rosso e infilò pigiama e papalina.
L'avrebbe aspettata a letto.

giovedì 17 dicembre 2009

RECENSIONE di Laura Omero

“Racconti dal sottobosco” di Silva Ganzitti è un libro per bambini che mi è piaciuto molto. Anche per offrire qualcosa di alternativo ai cartoni animati che imperversano in tv, ho pensato fosse arrivato il momento di mettere in mano ai miei nipoti un libro di favole: ben scritto, per affinare il gusto del bello, con un pizzico di mistero, per renderlo accattivante e illustrato, in omaggio a questa civiltà dell'immagine in cui vivono immersi.
Una ragazzina lungo un sentiero di campagna si ferma a osservare curiosa la vita che scorre davanti ai suoi occhi e diventa la spettatrice privilegiata di tre storie di animali, quelli che che abitualmente animano il sottobosco... e, tra un filo d'erba che il vento piega e una margherita che ondeggia, coglie, in quel microcosmo minuscolo, tratteggiato con fantasia ma anche con precisione dall'autrice, la cattiveria, la paura ma anche l'audacia e il coraggio, tutta la gamma dei sentmenti e delle emozioni che animano il mondo e che il bambino, vivendole , è perfettamento in grado di cogliere, leggendone però una rappresentazione fantastica. Bello!

Laura Omero

Raccontino numero cinque. Quarta puntata

Nel frattempo, Babbo Natale aveva ultimato il suo giro ai Tropici e si stava dirigendo nelle zone abitate solo da animali e insetti.
Sebbene i doni che arrivavano lì fossero solo il risultato di avanzi del suo prezioso carico, dovuti perlopiù a capricci dell’ultimo momento che comportavano una drastica diminuzione dei pacchi fra i bambini, l’elfo Mariolino era certo che agli abitanti di boschi e prati questo non importasse affatto.
Aveva assistito da lontano all’entusiasmo di una famiglia di lumache alla vista di un’automobilina con la carica a molla: “Mai più in ritardo!” avevano trillato tutti all’unisono.
Un sacchetto di mattoncini di plastica aveva permesso al millepiedi di costruirsi una splendida casetta, e di desiderare per il Natale successivo un avanzo di porta e finestre…
Quella notte, Elenuccia aveva pianto e urlato, facendo arrabbiare mamma e papà, e alla fine non aveva voluto chiedere loro scusa.
Babbo Natale non aveva potuto passarci sopra: avrebbe trattenuto i mobili della casa di bambole a cui la bimba sembrava tenere così tanto…

mercoledì 16 dicembre 2009

raccontino numero cinque. terza puntata

Prima di rientrare in casa con il suo carico, la graziosa coccinella aveva scorto una lunga striscia rossa.
“Che cosa sarà mai?” si era chiesta con una certa perplessità.
La curiosità l’aveva spinta verso la radura, ma quando si era avvicinata all’oggetto misterioso aveva sentito una puzza tremenda.
“Che odoraccio! Questa cosa rossa è decisamente maleodorante!”
(Come avrete capito, l’elfo Mariolino, si era fatto scappare uno dei calzettoni di Rudolph mentre attraversavano il vuoto d’aria!)
Sofia, come si può ben immaginare, non era pratica di renne, che non aveva mai visto, né di calzettoni, figurarsi di quella misura!, ma dentro di sé sapeva che quel coso rosso le sarebbe sicuramente servito a qualcosa.
Palpeggiò il materiale, ben attenta a mantenere il naso turato, ne saggiò la consistenza, l’elasticità, il comfort.
“Ci sono! Può sicuramente diventare un nido, uno di quelli speciali.”
Aveva in mente, la bella coccinella, un luogo d’incontro per tutti gli amici del Sottobosco, dove ridere e scherzare mangiando e bevendo in compagnia nelle grandi occasioni.
Con uno sforzo che credeva non le sarebbe riuscito, e sbuffando per la fatica, aveva issato un’estremità della calza al ramo di un albero, facendo in modo che la parte pendente potesse fungere da apertura.
“Ne parlerò con Lucilla”, si era detta, e stanca era rientrata in casa, aspettando il momento giusto per chiamare l’amica lucciola e i suoi bambini in aiuto.
La sera era scesa in un battibaleno, senza che nessuno si facesse vedere da quelle parti. Non era stata in grado di contattare nessuno: la nevicata aveva probabilmente compromesso tutte le linee di comunicazione.
Triste e sola, Sofia si era rassegnata a rimettersi a letto, non prima di aver dato un ultimo, tenero sguardo al lungo budello rosso che pendeva dal ramo…
Anche la notte passò, e la mattina di Natale le aveva riportato il sorriso. Avrebbe fatto un bel bagno e poi, via di corsa a fare gli auguri ai suoi amici, come di consueto, portando con sé una bella teglia di pasticcio di foglie come contributo al pranzo conviviale.
Pensò nuovamente alla necessità di un luogo in cui potersi tutti riunire nelle grandi occasioni: con i piccoli nati da Lucilla e Scipione lo spazio in casa di Giò si stava lentamente riducendo…

martedì 15 dicembre 2009

Seconda puntata

Lassù al Nord, il vecchio vestito di rosso aveva stipato la sua slitta e attaccato le fide renne.
Come sempre, il giro sarebbe partito in direzione dei paesi più freddi, così da permettergli di mantenersi caldo nella bella giacca imbottita, dono della sua Natalina, per tutto il percorso.
Anche le renne erano ben coperte dato che gli zoccoli avevano, per una volta, avuto diritto ad un bel paio di calzettoni di lana, rigorosamente rossi.
“Attenti, ciurma: i panni sporchi vanno tutti ammucchiati nella cesta che ho sistemato in fondo alla slitta. In questo modo non andranno persi, e al ritorno si potrà mandare tutto in lavanderia!”, era stata l’ultima raccomandazione di Natalina, appena un attimo prima di partire.
Il freddo era intenso e Babbo Natale si era fatto ormai troppo vecchio per quello strapazzo, sicché si erano tenuti i paletot addosso a lungo, addirittura fin dopo aver svoltato per il Brasile.
Solo allora avevano cominciato a sentire caldo, e a lamentarsi.
L’elfo Mariolino aveva velocemente raccolto gli indumenti pesanti prima che il sudore delle renne facesse perdere loro la bussola, ma un improvviso vuoto li aveva fatti traballare e l’omino si era ritrovato d’un tratto disteso sulla slitta, pancia a terra.
Aveva raccolto nuovamente il suo carico di abiti e coperte, e con molta diligenza l’aveva depositato nella cesta in fondo alla slitta.

lunedì 14 dicembre 2009

Raccontino numero cinque. a puntate

Sofia Coccinella, Lucciola Lucilla, Scipione e Giò sono alcuni dei personaggi di una delle favole contenute nella mia raccolta Racconti dal Sottobosco. Ho pensato di inserirli come protagonisti in uno dei miei raccontini di Natale.
La modalità "a puntate" potrebbe renderli perfetti per una lettura serale ai vostri bambini.

Prima puntata

Nel suo caldo lettino, Sofia Coccinella ascoltava il silenzio ovattato del giorno che si apriva.
Zampettando verso la finestra con le appendici gelate, vide un manto soffice e candido che aveva coperto ogni cosa.
Il Sottobosco era immobile, immerso nell’atmosfera magica e irreale della mancanza di suoni.
Colline bianche si rincorrevano davanti al suo nido come onde: laddove solo fino al giorno prima c’era un tumulo di terra, un piccolo cespuglio o soltanto un’aiuola, dune ininterrotte rifrangevano la debole luce del sole.
“Che sorpresa! La vigilia di Natale con la neve!”
Era rimasta lì alla finestra per un po’, a bearsi dello spettacolo, ma ben presto capì che avrebbe dovuto darsi da fare e riscaldare il suo piccolo nido.
Si lavò velocemente, e con addosso sciarpa, cuffia e guanti si diresse veloce verso la legnaia.
“ Dov’è finita?” si chiese un po’ spaventata, non vedendo intorno altro che neve bianca e abbagliante.
La legnaia era stata coperta interamente, e in tutto quel candore Sofia faceva fatica a raccapezzarsi.
Finalmente, con gli occhi che le lacrimavano pur di ritrovare un po’ di colore in tutto quel bianco, riconobbe la cinghia della gerla che caricava con la legna, e con le zampette intirizzite dentro i guanti pesanti si diede da fare per ripulire l’entrata della stanzina.
Il sole cominciava a salire nel cielo, e i suoi raggi si facevano un po’ più forti ogni ora. Sofia cominciò a scaldarsi a furia di lavorare, mentre anche la coperta di neve cominciava lentamente ad assottigliarsi.

domenica 13 dicembre 2009

RECENSIONE di Pier Luigi Coda

Nella vetrina dell'OLD SHEEP SHOP

Con questo bel volumetto della Ganzitti (Racconti dal sottobosco, Tabula fati, Chieti), illustrato con gustose immagini dalla stessa autrice con la collaborazione di una bimba di otto anni, Carolina Savonitto, si apre il primo titolo della collana “Fiabetica” di Tabula Fati (Solfanelli editore).
Il libro, ben curato nell’espressione grafica ed editoriale, si pone all’attenzione del lettore per la qualità dell’affabulazione che percorre, con un linguaggio chiaro e puntuale, un itinerario di fantasia lungo i sentieri rurali del Friuli collinare. Qui, tra radure e prati, si snodano nell’arco di un pomeriggio tre racconti i cui protagonisti sono animali e animaletti che ripropongono, come è consuetudine nelle favole, la scenografia della società umana. Intrighi, furti, passioni e immaginarie elucubrazioni sono alcuni tra gli ingredienti con cui l’autrice riesce a coinvolgere i piccoli lettori e, nel contempo, appassionare anche gli adulti.
Il testo si distingue da certa banale letteratura per l’infanzia che spesso viene riproposta da una facile editoria esclusivamente commerciale. È scritto bene, è curata la grafica, sono simpatiche le illustrazioni con una copertina attraente; tutti aspetti che qualificano il livello editoriale del racconto e ne raccomandano la lettura per una piacevole ed intelligente convivialità di tutta la famiglia.
Dai 9 anni in su.

(Commento di Pier Luigi Coda)

http://www.dictamundi.net/Recensioni/VetrinaGanzittiA.html

domenica 6 dicembre 2009

RECENSIONE di Mattia Sirocchi

Un commento arrivato fresco fresco, a opera di Mattia Sirocchi, aspirante scrittore di non banale talento, di cui consiglio la raccolta di racconti La carrozza (0111edizioni)

Silva Ganzitti – Racconti dal Sottobosco

Cosa fa di un racconto un buon racconto? A questa domanda apparentemente banale sembra rispondere alla perfezione Racconti dal Sottobosco di Silva Ganzitti (Tabula fati Edizioni - pag. 110) dove, in un libro agile, tre storie legate tra loro da un continuum narrativo che potrebbe sembrare esile ma che in realtà riporta i giusti equilibri narrativi, i nostri occhi si riempiono dei colori e delle meraviglie di un micro-mondo in cui gli insetti vivono, amano e temono proprio come noi esseri umani.
E così, quasi senza accorgercene, ci troviamo a volare insieme alla bella farfalla Beatrice innamorata di Orazio la formica, patiamo per la sorte di Sofia Coccinella e ci sentiamo impauriti e in soggezione davanti all’aculeo del perfido mago Scorpione (forse il personaggio più riuscito e che deve molto, a mio modo di vedere, ai classici canoni fantasy, primi tra tutti Saruman di Tolkienana memoria ). Ma molti, se non tutti gli attori di questo “balletto ronzante”, sono ben costruiti e accattivanti.
Nessuno di noi, tranne forse i bambini a cui il libro è rivolto, potrebbe mai credere all’amore sbocciato su di un davanzale tra una farfalla e una formica o al furto delle macchie di una coccinella eppure Silva è in grado di creare con la sua dolcezza espressiva e con la sua prosa asciutta ma mai banale quella “Sospensione della Realtà” che è l’ingrediente essenziale per ogni scrittore, quel patto non scritto che lega indissolubilmente un lettore alla storia che sta leggendo e Silva ci porta in punta di piedi tra il muschio odoroso e la terra umida del sottobosco rendendoci non spettatori passivi ma partecipi delle avventure del piccolo popolo.
È proprio questo che fa di un racconto un buon racconto, l’instaurarsi di un legame forte tra la mente del lettore e le pagine di un’avventura che vorremmo non finisse, che ci risolleva e ci fa stare bene facendoci tornare per un attimo bambini quando nella terra bagnata dopo un temporale ci perdevamo ore a osservare quell’ipnotico brulicare di vita.
L’unica cosa che forse andrebbe rimproverata all’Autrice (se di rimprovero si può parlare) è il linguaggio un po’ troppo ricercato per un pubblico di giovanissimi ma senza dubbio la letteratura, anche quella per l’infanzia, non deve essere facile tutt’altro, deve essere stimolante.

Assolutamente da sottolineare infine il valore aggiunto di questa opera, i disegni poeticamente meravigliosi di Carolina Savonitto di 8 anni, sicura futura artista.

Mattia Sirocchi

giovedì 3 dicembre 2009

perchè scrivere fiabe

Perchè scrivere fiabe?
Sinceramente non credo ci sia un solo motivo.
I racconti dedicati ai bambini, per quanto debbano contenere un'intima coerenza e adattarsi a una struttura semplice ma rigorosa, sono piuttosto brevi. Da principiante e mamma ho pensato che fosse un inizio ideale, e tenendo anche conto della quantità di fiabe che io stessa avevo letto da bambina, ho creduto che fosse, tutto sommato, un terreno favorevole.
La magia, la realizzazione dell'incredibile, la sorpresa quasi mai disattesa e la presenza di creature solo immaginate prima eppure vive lì sulla carta, sono tutti fattori che sollecitano la partenza per una 'nuova avventura' dello spirito.
Credo che l'animazione cinematografica, specialmente quella più recente, abbia apportato numerosi contributi alla mia fantasia, di per sè già sfrenata, ma molte delle caratteristiche dei miei personaggi giungono dal nostro mondo, quasi sfaccetture fantastiche di una stessa visione che nella fiaba può e deve avere un lieto fine. Insomma, la fiaba, almeno la mia, è il luogo in cui c'è ancora speranza, e questo è il mesaggio che viene indirizzato ai piccoli lettori.
Proprio perchè non voglio che siano distanti dal territorio, cerco di contestualizzare geograficamente i vari racconti. Forse è soltanto un'esasperazione della necessità didattica della fiaba, un genere che si presta bene alla trasmissione di messaggi anche morali purchè semplici e attuabili, ma trovo che il collegamento fra realtà e fantasia sia un passaggio indispensabile per la costruzione degli ideali.
Che sia o no una visione utopistica, mi piace crederlo. Mi fa stare bene.

mercoledì 2 dicembre 2009

talenti

Quando, alcuni mesi fa, mi si è prospettata la possibilità di 'curare' una nuova collana dedicata all'infanzia ne sono stata subito entusiasta. Ma da dove cominciare per 'spottare' talenti?
Come capogruppo del settore ragazzi di lettura incrociata, iniziativa fortunata e intelligente del Rigugio degli Esordienti,(una sorta di nido online per tutti quelli che immaginano e sperano, un giorno fortunato,di essere conosciuti anche per le proprie abilità letterarie),ho avuto modo di imbattermi in molti autori, di ogni sorta e qualità, molti con un piccolo o grande talento, alcuni senza, ma tutti desiderosi di trovare qualcuno che leggesse, commentasse, e criticasse con una certa obbiettività costruttiva i testi che mandavano in visione.
Sebbene la rete venga spesso tacciata di costituire una parete insormontabile fra gli interlocutori, celando molto e rivelando solo ciò che si vuole realmente comunicare, gli amanti della scrittura sanno quanto questo mezzo sia invece potente e pieno di un'energia guizzante: la comunicazione per via elettronica è straordinaria per chi fa della scrittura il proprio cavallo di battaglia!
La capacità non scontata di mettersi in discussione, ma anche la forza di combattere per ciò che si crede, sono state le discriminanti iniziali, unite naturalmente alla presentazione di lavori che mi hanno colpita sotto diversi aspetti, e che non avevano, dal mio punto di vista, troppo da sistemare.
La disponibilità che questi autori 'selezionati' hanno poi dimostrato nei confronti delle letture critiche dei testi di altri è stata l'ultimo granello da mettere sulla bilancia. Sono persone generose e apprezzano la chance che gli è stata data.
Dunque, a poche settimane dall'inizio di questa avventura gli autori erano stati identificati e la correzione delle loro bozze ultimata. Mancavano però le illustrazioni per due testi.
Betta la conosco da sempre, di vista perchè abbiamo età decisamente diverse, ma lo sguardo pulito dei suoi occhi celesti parla senza bisogno di parole.
Abbiamo fatto un tentativo, ed è riuscito al primo colpo.
Gaetano ha visto il suo topolino Tato crescere e raccontare la sua storia in mezzo alle tempere di Betta.
Disegni semplici eppure deliziosi, delicati e attenti a rendere i sentimenti, le percezioni.
Che fortuna averla trovata!
Anche Nicoletta la pensa così, e ad entrambe è sembrato che Lidia non potesse che avere quell'aspetto rassicurante e signorile che il disegno ci restituiva...
Insomma, evviva! Tutto è andato nel modo migliore, con buona soddisfazione di chi ha lavorato, nella scrittura, nell'illustrazione, nel controllo.
Sotto il sole pallido ma sincero che oggi rischiara finalmente il cielo non posso che pensare positivo.
E l'avventura continua...

illustrazioni

Ho parlato di autori e di testi, ma non ancora di illustrazioni.
I disegni sono parte integrante ed indispensabile dei testi per bambini: indirizzano l'evoluzione della storia, danno contorni più tangibili all'immaginazione che il filo del racconto ha stuzzicato. Sono dunque imprescindibili.
Un giorno in cui mia figlia Carolina era particolarmente annoiata - non accade spesso, ma anche questa è una condizione naturale nei bambini: la noia fa parte anche della loro vita!- l'ho sollecitata a darmi una mano nella 'costruzione' della mia opera.
La storia di Mistero nel Sottobosco l'avevamo letta diverse volte, sia insieme che ognuna per conto suo; ne era stato persino prodotto un teatrino, risultato della grande creatività della nostra bibliotecaria Carla P., rappresentato in svariate occasioni anche all'esterno della biblioteca. Anche quello aveva suscitato la sua curiosità e le era piaciuto molto, ma illustrare la storia scritta dalla mamma sembrava avere il significato di un vero e proprio...lavoro! E il lavoro, a otto anni, è un'altra delle cose che si rifuggono...
Insomma, per farla breve, Carolina ha cominciato con gli schizzi di Sofia, in varie posizioni e situazioni, solo per farmi contenta, ma ha finito col trovarlo divertente. E' allora passata a Lucilla, poi a Linda e a Gustavo con la sua macchina fotografica. Per ultimi sono venuti i ragni cugini, e io ho dato una mano a disegnare i cattivi che ancora mancavano all'appello. Insomma, è stato veramente un lavoro di squadra, per quanto minima questa fosse.
Con le farfalle delle altre due fiabe - Orazio e Beatrice e Il canto di Swan- è stato tutto più semplice. Sembra che le bambine amino disegnare le farfalle. I cigni sono stati il mio ultimo contributo.
Nel corso di queste ultime settimane abbiamo avuto di che essere orgogliose entrambe. Io, per la soddisfazione di vedere il libro esposto nelle vetrine delle librerie, lei per la somma gratificazione di leggersi 'illustratrice'di un testo messo in bella mostra e destinato alla vendita.
Se son rose...

martedì 1 dicembre 2009

Di seguito, due brevi commenti su uno dei racconti contenuti nella raccolta, a cura di lettori iscritti ad un gruppo di lettura online e attenti a selezionare e a produrre osservazioni interessanti sui testi esaminati.





Questa fiaba mi ha fatto desiderare di avere bambini piccoli a cui leggerla, nelle sere d’inverno, aspettando il Natale. E’ ben scritta, i cattivi compaiono subito e sono proattivi nello sviluppo della storia: Poisonio perfido mago, Gustavo giornalista corrotto, che come nella realtà, sa quando eclissarsi. I buoni suscitano tenerezza: Lucilla con la sua dolcezza, Giò con la sua burbera vecchiaia, Linda la formica poliziotto ligia alle regole e alle scartoffie. C’è anche l’amore che redime, come non dispiacersi per l’eroe triste Ermete?Azzeccati anche i nomi, simpatico Scipione l’africano.

Virgilio Tuzzi









Delizioso libro per bambini scritto correttamente e in modo fluido.
Bella la trama che, unendo fantasia e magia, ne invoglia la lettura.
Un mondo abitato da piccoli animali che sono alle prese con un mistero da risolvere.
La lettura di questo libro mi ha divertito e mi ha fatto sorridere.L’ eterna lotta tra il bene e il male, eroi pronti a sacrificarsi per amore e stravaganti personaggi popolano le pagine di questo libro che non mancherà di affascinare i più piccini, ma non solo.

Cristina Barcella